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27/05/2025

Il Premio Rita Levi Montalcini 2025 va a Pietro Iaffaldano

Premiato per l'eccellenza ' nella ricerca osservazionale, condotta utilizzando i dati del Registro Italiano SM e Patologie Correlate, uno dei più grandi al mondo, che quest'anno compie dieci anni

Nella foto: la consegna del Premio Rita Levi Montalcini 2025 al Congresso Scientifico Annuale FISM. Da sinistra, il Prof. Mario Alberto Battaglia, Presidente FISM; Francesco Vacca, Presidente Nazionale AISM, il Prof. Pietro Iaffaldano, la Dottssa Paola Zaratin, Direttore Ricerca Scientifica FISM. 

 

Il Premio Rita Levi Montalcini 2025 è stato assegnato a Pietro Iaffaldano, Professore Associato di Neurologia presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e Neurologo presso il Centro Sclerosi Multipla dell'Unità Operativa di Neurologia "Amaducci" del Policlinico di Bari.


«Per la prima volta – dice Iaffaldano – questo Premio prestigioso viene assegnato per un’attività di ricerca osservazionale realizzata utilizzando i dati delle 93.800 cartelle cliniche contenute nel Registro Italiano Sclerosi Multipla, che giunge quest’anno al suo decimo anno di vita. Riceverlo ha un significato profondo, anche perché è intitolato a Rita Levi Montalcini, che ha segnato la ricerca scientifica non solo in Italia ma nel mondo».

 

Nelle motivazioni del Premio, come evidenzia lo stesso Iaffaldano, si riconosce il valore dell’attività scientifica e clinica da lui svolta nel campo della sclerosi multipla e basata sui dati del Registro Italiano Sclerosi Multipla e malattie correlate (RISM). 

 

Iaffaldano & Registro a ECTRIMS
Pietro Iaffaldano (ultimo a destra) alla postazione del Registro Italiano SM  durante il Congresso ECTRIMS 

 

Studio del cervello e analisi statistica: due punti fermi 
«Sin da giovane- racconta – a parte quello per la mia attuale moglie, Rosa Gemma Viterbo, conosciuta quando eravamo ancora studenti - ho coltivato due amori: volevo diventare neurologo per studiare il cervello e mi piacevano i computer e l’informatica. Negli studi osservazionali ho trovato la felice sintesi di quanto volevo realizzare, grazie all’incontro con la Professoressa Maria Trojano, la mia mentore, che già ai tempi dei miei studi universitari era uno dei principali ricercatori internazionali in questo campo».


Gli studi osservazionali, osserva Iaffaldano, hanno una particolarità che li rende unici: «Siamo un po’ lontani dall’immaginario, che era anche il mio da giovane, del ricercatore che se ne sta in laboratorio con le provette a studiare nuove molecole da avviare agli studi clinici. I nostri studi nascono tutti dalle storie cliniche delle persone, i cui dati individuali vengono trasformati in grandi numeri. Noi “dissezioniamo” questi dati e ricostruiamo storie non più individuali ma collettive su come evolve la sclerosi multipla e la disabilità che ne consegue, per cercare di capire chi ha tratto maggiore vantaggio dalle scelte terapeutiche, chi ha maggiore rischio di sviluppare determinate problematiche, chi potrà avere un peggiore decorso di malattia, in modo da intervenire per tempo per prevenire per fermare per quanto possibile la sclerosi multipla e garantire una buona vita alle persone cui è stata diagnosticata. I nostri studi consentono sia di migliorare la conoscenza reale di ciò che la malattia porta nella vita delle persone sia di trovare sempre nuove strade per personalizzare le strategie di trattamento e di cura. Studiamo numeri che vengono dalle persone e tornano alla vita persone».

 

Condividere, formare, appassionare: tre verbi guida

Come ogni amore, anche quello scientifico per questo tipo di studi non sarebbe tale se non avesse in sé il desiderio di essere condiviso, di portare frutto anche nella vita di altre persone: «una delle mie sfide quotidiane – racconta Iaffaldano –è cercare di appassionare i giovani a questo tipo di ricerca. Non è sempre facile. La ricerca che facciamo noi a volte può sembrare sterile: si passano le giornate non in ambulatorio con le persone e nemmeno in laboratorio con le provette, ma davanti al computer a interrogare dati. Però l’interpretazione che arriviamo a dare ai dati clinici e la visione dell’impatto che questi studi hanno nella vita reale delle persone ripaga l’impegno che si deve mettere e rende più umani i dati su cui lavoriamo».

 

Iaffaldano & gli specializzandi
All'ultimo Congresso SIN con gli specializzandi 


Ogni traguardo chiede una partenza
Quando si arriva a un traguardo come il Premio Rita Levi Montalcini, viene spontaneo guardarsi indietro, ricordare da dove si è partiti. Se c’è un arrivo è perché c’è stata una partenza, che per Iaffaldano, risale all’esperienza di lavoro e formativa al Mario Negri Sud e al suo sodalizio lavorativo con lo statistico del gruppo: «Un ruolo fondamentale nella mia passione per la ricerca osservazionale lo ha avuto l’esperienza formativa presso il Laboratorio di Epidemiologia Assistenziale dell’Istituto Mario Negri Sud, sotto la guida del Prof. Vito Lepore. Lì ho maturato competenze metodologiche che si sono rivelate decisive nel mio percorso. In quegli anni ho anche incontrato Giuseppe Lucisano, statistico di straordinaria competenza, con il quale ho avuto il privilegio di costruire negli ultimi dodici anni una collaborazione scientifica intensa, rigorosa e umanamente arricchente».

 

guerra, lucisano & Iaffaldano
Da sinistra: Tommaso Guerra e Giuseppe Lucisano, spesso coautori degli studi realizzati da Pietro Iaffaldano (ultimo a destra).

 

Gli studi condotti da Iaffaldano 
Come ogni ricercatore, anche il Professor Iaffaldano disegna un ideale podio degli studi che ha realizzato e dell’impatto che hanno avuto nella ricerca e nella pratica clinica.


«Il lavoro che probabilmente ha avuto e avrà il maggiore impatto – ricorda Iaffaldano – è quello  con cui abbiamo dimostrato che i gruppi che iniziano il trattamento con farmaci ad alta efficacia, a distanza di dieci anni dalla diagnosi hanno mediamente una disabilità meno grave, migliore di 1,5-2 punti sulla scala EDSS rispetto ai gruppi di coloro che iniziano il trattamento con farmaci a minore efficacia. Questo cambia sostanzialmente la vita delle persone, consente una maggiore autonomia per molti anni. Grazie anche a questo tipo di studi, oggi la comunità medico-scientifica ritiene che si debba invertire la piramide sinora utilizzata per il trattamento e che sia opportuno utilizzare una strategia terapeutica che inizi con i farmaci ad alta efficacia senza attendere eventuali fallimenti terapeutici con i trattamenti cosiddetti di prima linea»,


C’è un secondo filone cui Iaffaldano è particolarmente legato: «sempre con la guida della Professoressa Trojano, insieme a Rosa Gemma Viterbo, psicologa e psicoterapeuta, più di dieci anni fa iniziammo a studiare l’impatto che i trattamenti ad alta efficacia avevano sul funzionamento cognitivo nelle persone con sclerosi multipla, evidenziando come un farmaco ad alta efficacia, il Natalizumab, migliorava anche le funzioni cognitive e l'affaticamento nei pazienti con SM a ricadute e remissioni, ipotizzando che questo effetto fosse dovuto alla riduzione dei livelli plasmatici di osteopontina ottenuti in seguito al trattamento». 


Iaffaldano cita un terzo tema rilevante, legato alla metodologia utilizzata negli studi osservazionali: «vorrei sottolineare – spiega – l’importante rilevanza, per questi studi su grandi data set di origine clinica, delle metodologie più innovative di statistica. Con la Professoressa Trojano abbiamo cercato di affinare progressivamente le metodologie utilizzate per l’estrapolazione e l’analisi dei dati su cui facciamo ricerca. Questo approccio metodologico ci ha consentito, per esempio, di identificare, in una coorte di oltre 19.000 persone con sclerosi multipla seguite nel tempo con il Registro, quando si può definire che una persona sia passata dalla forma a ricadute e remissioni alla fase secondariamente progressiva (SMSP). Abbiamo confrontato l’efficacia di due tipi di definizione dei fattori di rischio della SMSP, una basata sul giudizio del neurologo (ND) e una ottenuta con un algoritmo oggettivo basato sui dati (DDA): l’utilizzo di questo algoritmo consente di identificare i pazienti con progressione più aggressiva e di fare in modo che queste persone con specifiche caratteristiche vengano avviate quanto più precocemente possibile alle terapie ad alta intensità che risultano essere a oggi il fattore maggiormente protettivo rispetto al rischio di conversione a SMSP».

 

In questo quadro, il Professor Iaffaldano ricorda un’altra ricerca pubblicata nel 2024, legata al concetto di PIRA (Progressione Indipendente dalle Ricadute): «abbiamo evidenziato – sintetizza - come la progressione indipendente dalle ricadute vada messa in relazione con il fattore epidemiologico legato all’età di esordio della malattia. Usando anche in questo caso metodologie statistiche di avanguardia, abbiamo individuato la presenza di PIRA fin dalla fase pediatrica, evidenziando tuttavia che il rischio di PIRA è tanto più rilevante quanto più alta è l’età in cui la malattia viene diagnosticata ».


Uno strumento come il Registro, continua Iaffaldano, «può permettere di studiare, in modo indipendente, aspetti meno indagati nei singoli trial clinici sui trattamenti. Per esempio, con i dati del Registro, abbiamo di recente evidenziato l ’efficacia simile di due diverse terapie ad alta efficacia, Natalizumab e Ocrelizumab, non solo nel contenere rapidamente l’attività infiammatoria ma anche rispetto al contenimento della progressione» . 


Il Registro Italiano e i Registri internazionali: un incontro fecondo
Non c’è solo il Registro Italiano: esiste in Europa il “Big Multiple Sclerosis Data Network”, di cui fanno parte, oltre a quello italiano, altri cinque registri nazionali (Francia, Danimarca, Svezia, Repubblica Ceca e MSBASE, che ha origine in Australia). 

 

Iaffaldano, in questo network internazionale, è stato per alcuni anni il responsabile del gruppo dei cosiddetti “data manager” che, spiega «si occupano di estrapolare i dati del Registro dal database e di maneggiarli per poterli leggere al meglio e analizzare. I diversi Registri raccolgono i dati con strumenti e forme diverse. Stiamo lavorando per armonizzare le definizioni, le tipologie di formato dei dati, in modo da poter realizzare studi ancora più ampi che possano mettere insieme e analizzare l’enorme quantità di dati disponibili. Potenzialmente, sempre nel rispetto delle normative europee sulla tutela dei dati personali, con i 5 Registri insieme avremmo a disposizione i dati di più di 300.000 persone con sclerosi multipla e potremmo realizzare studi di straordinaria portata».


Il futuro è già iniziato: l’intelligenza artificiale, la ricerca guidata dai dati, la cura personalizzata

Gli studi osservazionali stanno andando incontro a un ulteriore salto di qualità legato all’intelligenza artificiale e all’evoluzione tecnologica in corso.
«Già oggi e sempre di più nel futuro prossimo di tutti gli studi osservazionali c’è l’uso dell’intelligenza artificiale, una straordinaria evoluzione tecnologica. Per esempio, diventerà sempre più solida la possibilità di ricreare con l’AI una serie di “data set sintetici”, che sono diversi da quelli reali ma ne ricalcano le informazioni, rendendole completamente anonime - e dunque slegate da singoli individui concreti - e condivisibili: in questo modo avremo ulteriori possibilità di ricerca nazionale e internazionale».


In secondo luogo, ricorda Iaffaldano, si sta lavorando affinché in futuro, grazie all’intelligenza artificiale, sia possibile fare parlare tra loro anche diverse fonti di dati al momento distinti e non comunicanti: «In particolare, stando nel campo per cui ho ricevuto il Premio, sarebbe prezioso integrare nei dati del Registro Italiano Sclerosi Multipla anche i cosiddetti “dati amministrativi”, legati alle prestazioni e ai servizi sanitari cui le persone accedono nella propria vita non solo in riferimento alla sclerosi multipla ma anche rispetto ad altre problematiche di salute. Oggi in Italia questa integrazione non è possibile. Poterlo fare consentirebbe di ricostruire la storia clinica di una persona nella maniera più completa e avere ulteriori possibilità di personalizzarne la presa in carico». 


Come dopo una finale di tennis, il vincitore ha voglia di ringraziare pubblicamente le persone che lo hanno supportato. Nessuno vince da solo. Pietro Iaffaldano vuole dire grazie a tutti coloro che supportano il Registro Italiano Sclerosi Multipla, iniziando significativamente dalle persone con sclerosi multipla che hanno scelto di partecipare coi propri dati al RISM: «questo Premio – dice - appartiene anche a tutte le persone con sclerosi multipla che, con generosità e fiducia, partecipano al Registro Italiano SM e Patologie Correlate. Senza il loro contributo, nessuna delle ricerche che conduciamo sarebbe possibile. Voglio esprimere profonda gratitudine ai colleghi dei Centri Clinici italiani che, con dedizione e impegno quotidiano, contribuiscono all’inserimento dei dati nel Registro, trasformando l’esperienza clinica in conoscenza condivisa. Un sentito ringraziamento va infine alla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, che sostiene con grande determinazione e lungimiranza il progetto del Registro, mettendo a disposizione un team altamente qualificato, il cui lavoro quotidiano rende concretamente possibile questo tipo di ricerca».

 

Leggi lo speciale congresso fism 2025

 

La realizzazione di questo evento è stata resa possibile con la sponsorizzazione non condizionante dei MAIN SPONSOR Alexion, Astra Zeneca Rare Disease, Biogen, Merck Italia, Neuraxpharm Italy, Novartis Italia, del Gold Sponsor Juvisé Pharmaceuticals, nonché di Sanofi