Quest’anno il Comitato scientifico FISM ha deciso di assegnare a due giovani ricercatrici, ex aequo, il Premio per il “Miglior Poster” presentato in occasione del Congresso Scientifico Annuale: se lo aggiudicano la Dottoressa Francesca Fagiani e Cecilia Irene Bava.
La Dottoressa Francesca Fagiani (Neurofarmacologa, con dottorato in Scienze Biomolecolari e Biotecnologia), dopo la premiazione, ha detto. «Sono molto felice e ringrazio FISM per il supporto che ci dà. Il nostro progetto di ricerca prevede lo sviluppo di un modello organoide cerebrale che viene ricavato a partire da una piccola biopsia delle cellule della pelle della persona con sclerosi multipla e racchiude la maggior parte delle componenti cellulari del cervello di un adulto, in particolare la microglia, che ha un ruolo nella neurodegenerazione e nella progressione della disabilità. La nostra ricerca mira a testare, in vitro, i meccanismi molecolari che sottendono l’azione di farmaci attualmente in studio in alcuni clinical trials, come il Tolebrutinib, un nuovo trattamento recentemente sopposto all’approvazione delle autorità regolatorie per il trattamento delle forme secondariamente progressive non recidivanti di sclerosi multipla», dice Francesca Fagiani del Dipartimento Scienze Biomediche, Humanitas University, premiata per il poster intitolato Gial-enricheds stem-cell 3Dmodel of smoldering inflammation in muliplesclerosi: toward a drug screening cellular platform.

Francesca Fagiani
Cecilia Irene Bava, biologa dell'Istituto Neuroscienze Cavalieri Ottolengi, Diparimento di Neurologia, CRESM di Orbassano, Torino, spiega così i dettagli del suo poster, intitolato Implementation of GFAP, in addition to NFL (NeuroFilament Light) in progressive multple sclerosis patients: a pottential tool for objective measuring of clinical and patient reporte-outcomes: «il nostro è un progetto di ricerca clinica condotto nel Centro di Riferimento Regionale per la Sclerosi Multipla a Orbassano, in Piemonte, dove lavoriamo per implementare l’utilizzo di nuovi biomarcatori fluidi, rintracciabili nel siero con un semplice prelievo del sangue e conservati nella Biobanca del Centro, per monitorare l’andamento della malattia e migliorare la gestione quotidiana della persona con sclerosi multipla. In questo studio, in particolare, dopo avere definito i valori di riferimento nei campioni di donatori senza sclerosi multipla, abbiamo osservato che valori più elevati della Proteina Gliale Fibrillare- GFAP, sono in grado di indicare il peggioramento del funzionamento cognitivo con un anno di anticipo sull’effettivo peggioramento clinico. Questa potrebbe essere una misura oggettiva, biologica del peggioramento che spesso le persone “percepiscono” nella propria esperienza di malattia prima che ve ne sia evidenza clinica e favorire l’adozione di interventi terapeutici e riabilitativi in grado di rallentare il peggioramento nelle persone maggiormente a rischio».

Cecilia Irene Bava
I due Poster premiati testimoniano come AISM con la sua Fondazione FISM promuova, indirizzi e finanzi una ricerca che si trasforma in risposte e in nuove possibilità di cura per le persone che, grazie ai risultati della ricerca, potranno vivere la vita che desiderano oltre la sclerosi multipla. Alle due giovani ricercatrici, ai ricercatori "senior" che le stanno seguendo, i complimenti di tutta la comunità AISM e l'augurio di una lunga e felice carriera nella ricerca sulla sclerosi multipla: più risposte contribuiranno a trovare e migliore sarà la vita di tante persone con sclerosi multipla e patologie correlate.
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