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22/02/2023

Colpire il virus Epstein-Barr, una nuova strategia nella lotta alla sclerosi multipla?

Il ruolo del virus nella sclerosi multipla è stato confermato in recenti importanti studi scientifici.  Ricercatori italiani da sempre impegnati nel definire il ruolo del virus di Epstein Barr nella sclerosi multipla con il sostegno di AISM e la sua Fondazione, illustrano le prospettive di questo filone di ricerca

Nella foto: il Prof. Marco Salvetti della Sapienza Università di Roma nel suo laboratorio

 

La ricerca sulle cause della sclerosi multipla è fondamentale per poter sviluppare in futuro strategie di prevenzione o individuare nuovi obiettivi per le terapie.

 

In questo filone ha una grande importanza lo studio dei fattori di rischio ambientali che possono in qualche modo avere a che fare con la sclerosi multipla, come i virus o gli stili di vita (il fumo, l’obesità). La relazione tra Virus Epstein-Barr e sclerosi multipla è oggetto di studi da molti anni.

 

Su Lancet Neurology è stata pubblicata una revisione – cioè un articolo scientifico che si basa sull’analisi di altri studi precedenti su un particolare tema - a firma di Francesca Aloisi dell'Istituto Superiore di Sanità, Gavin Giovannoni della Queen Mary University di Londra e Marco Salvetti della Sapienza Università di Roma, realizzata anche grazie al supporto di AISM e della sua Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), che fa il punto sui progressi più recenti e definisce gli obiettivi futuri.

 

Cosa è il Virus Epstein-Barr

Il virus Epstein-Barr (EBV) è un Herpes virus umano che infetta oltre il 90% della popolazione adulta nel mondo. Questo virus è responsabile della mononucleosi infettiva, ma nella maggior parte dei casi non si manifesta, cioè le persone sono portatrici sane. Scopri di più.

 

Uno studio spartiacque

L'interesse verso il virus Epstein-Barr è quanto mai attuale dopo che lo scorso anno un importante studio scientifico - condotto dal ricercatore italiano Alberto Ascherio della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston - aveva fornito prove convincenti sul legame causale tra l'infezione del virus e l'insorgenza della sclerosi multipla.

 

Cosa vuole dire? Che il virus è una causa, probabilmente preponderante, della malattia. Tuttavia non agisce da solo. Per ciò che sappiamo ad oggi la sclerosi multipla è una malattia multifattoriale: l'ambiente – di cui le infezioni come quella di EBV fanno parte – è solo una componente. Un ruolo importante è giocato anche dalla genetica, in particolare dalle interazioni tra genoma e ambiente.

 

«Quello studio indica un nesso di causa-effetto ma si tratta di un lavoro epidemiologico (che studia cioè la frequenza e la distribuzione di certi fenomeni ndr), non permette di avere informazioni sui meccanismi che ne sono alla base – commenta Salvetti – Per esempio, non risponde al perché, se il 95% della popolazione generale ha il virus, solo una piccola percentuale di questi sviluppa la sclerosi multipla».

 

Ipotesi sul ruolo del virus Epstein-Barr nella sclerosi multipla

È già stata fatta molta ricerca in questo ambito. Sono state avanzate alcune ipotesi che legano il virus di Epstein Barr alla patogenesi della sclerosi multipla, cioè all’insieme degli elementi che contribuisce al nascere della malattia.

 

Per esempio, come scrivono gli autori della revisione, alcuni ricercatori ritengono che il sistema immunitario, per motivi ancora non compresi, per difenderci dal virus, attacchi alcune proteine che lo compongono ma, al tempo stesso, attacchi anche proteine del sistema nervoso. In altre parole, il sistema immunitario farebbe confusione fra componenti del virus e componenti del sistema nervoso che si somigliano.

 

O, ancora, si sa che il virus “vive” all’interno dei linfociti B, il cui ruolo nella sclerosi multipla è ormai appurato. È possibile che la presenza di queste cellule infettate, all’interno del sistema nervoso, possa generare un “danno collaterale” sempre per una anomala ed eccessiva attivazione delle difese immunitarie.

 

Resta da capire come mai un virus che infetta quasi tutta la popolazione del pianeta provochi la sclerosi multipla in una percentuale ridotta di persone.  

 

È possibile che alcune varianti più di altre giochino un ruolo di primo piano, commenta Salvetti: «Sappiamo, come si osserva per altri virus, che ceppi con genomi diversi possono dare origine a effetti molto diversi nell'ospite. Potrebbe essere così per EBV e la sclerosi multipla: alcune varianti genetiche del virus potrebbero essere più a rischio di altri nel provocare la malattia».

Infine, non è escluso che EBV oltre ad agire come promotore della malattia, contribuisca anche al suo mantenimento.

 

Sviluppare un vaccino?

Comprendere sempre meglio il ruolo del virus nella sclerosi multipla serve a sviluppare nuove terapie e prevenzione.  Alcuni studi sono già in corso per studiare possibili terapie e vaccini in grado di combattere il virus e i suoi effetti.

 

Lo sviluppo di vaccini sulla carta sarebbe la migliore strategia per evitare le infezioni e le sue complicazioni, scrivono i ricercatori nella revisione, ma è più plausibile immaginare di intervenire con farmaci in grado di combattere il virus o di contrastarne gli effetti. «Sviluppare un vaccino contro l'EBV potrebbe essere in effetti molto difficile, considerato che si tratta di un virus che nella maggior parte dei casi coabita con noi senza dare particolari problemi – riprende Salvetti – e immaginare di eliminarlo del tutto non sappiamo che effetto potrebbe avere sui grandi numeri. Meglio sarebbe, semmai, concentrarsi su alcune variantiin particolare».

 

Altre terapie

Per capire che ruolo ha il virus di Epstein Barr nella malattia, soprattutto nella sua evoluzione, d'aiuto sono anche le ricerche sui trattamenti che non colpiscono direttamente il virus, ma che possono influenzare la risposta del sistema immunitario al virus. Basti pensare alle terapie contro la sclerosi multipla che colpiscono i linfociti B che, come detto sopra, sono le cellule che ospitano il virus di Epstein-Barr - si legge nello studio. «Si sta provando a vedere se alcune terapie possano avere un ruolo anche come antivirali, cercando di far luce al tempo stesso sui meccanismi che collegano EBV alla sclerosi multipla», conclude Salvetti.

 

Per maggiori informazioni sul ruolo delle infezioni nella sclerosi multipla puoi consultare il dossier dedicato su sclerosi multipla e infezioni.

 

Referenza

Titolo: Epstein-Barr virus as a cause of multiple sclerosis: opportunities for prevention and therapy

Autori: Francesca Aloisi, Gavin Giovannoni, Marco Salvetti

Rivista: The Lancet Neurology

DOI: https://doi.org/10.1016/S1474-4422(22)00471-9

 

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